Prato a coda di volpe
alopecureto
Il prato a coda di volpe fa parte delle superfici prative gestite in modo intensivo.
In caso di gestione intensiva, questo tipo di prato sostituisce quello a loglio inglese e poa dei prati nelle zone poco o per nulla favorevoli allo sviluppo dei logli (clima fresco e suoli per lo più pesanti e umidi). Esso deve la sua origine all’intensificazione dello sfruttamento e della concimazione dei prati da fieno tradizionali a erba altissima e ad avena bionda, che caratterizzavano zone da fresche a umide distribuite dal fondovalle al piano montano.
Il prato a coda di volpe va falciato da 3 a 5 volte all’anno a seconda dell’altitudine. Il pascolo, ancorché non usuale, è possibile. Richiede importanti quantità di concime. È molto produttivo. La coda di volpe fiorisce presto, pertanto si raccomanda di eseguire uno sfalcio primaverile precoce. Anticipando il primo sfruttamento, soprattutto a partire dal secondo sfalcio, questo tipo di prato fornisce un foraggio di valore nutritivo da buono a molto buono. Come l’erba mazzolina, anche la coda di volpe ha bisogno, di tanto in tanto, di disseminare. Preferibilmente durante la seconda ricrescita.
Ulteriori particolarità
Specie tipiche del prato a coda di volpe
- Coda di volpe - Alopecurus pratensis
- Trifoglio bianco - Trifolium repens
- Ranuncolo strisciante - Ranunculus repens
- Ranuncolo acre - Ranunculus acris
- Poa comune - Poa trivialis
- Dente di leone - Taraxacum officinale
- Spondiglio comune - Heracleum sphondylium
- Cerfoglio comune - Anthriscus sylvestris
- Erba mazzolina - Dactylis glomerata
- Romice comune - Rumex obtusifolius
Esigenze pedoclimatiche e diffusione
- Zone poco o per nulla favorevoli allo sviluppo dei logli.
- Clima fresco, zone ombreggiate e lunghi periodi d’innevamento.
- Suolo per lo più pesante e umido, nonché ben dotato di elementi nutritivi.
Esigenze gestionali
La composizione botanica del prato a coda di volpe rimane stabile se si verificano le condizioni elencate qui di seguito.
- Si falcia frequentemente. Sulle ricrescite è possibile pascolare, anche se lo si fa raramente (in primavera, la coda di volpe non viene brucata volentieri, perché invecchia velocemente).
- Prima utilizzazione a partire da fine aprile – inizio maggio.
- Una volta ogni 2 anni, bisogna lasciare disseminare la coda di volpe (essiccazione al suolo durante la seconda o la terza ricrescita), per assicurarne la sopravvivenza.
- Concimazione importante e regolare, che apporti azoto facilmente disponibile (liquami).
Rischi:
- La sovraconcimazione provoca un aumento della quota di altre erbe.
- Un primo sfruttamento troppo precoce pregiudica la qualità del secondo sfalcio, poiché la coda di volpe reagisce spigando durante la seconda ricrescita.
- Un primo sfruttamento troppo tardivo produce un foraggio di scarsa qualità.
Foraggio
- Resa: 60 – 120 q SS/ha.
- Qualità: la prima ricrescita primaverile fornisce un foraggio ricco di fibra, mentre le ricrescite danno un foraggio pregiato.