Misure preventive mirate
Consentire la disseminazione regolare del prato
La cotica erbosa dei prati ricchi di graminacee che si riproducono per seme (graminacee cespitose) rischia di degradarsi, se queste specie non riescono a disseminare con una certa regolarità. Continui sfalci, frequenti e precoci, ne ostacolano il rinnovamento, causandone la sparizione entro pochi anni. Come sempre, le lacune che si creano nel manto erboso sono poi prontamente colonizzate da leguminose e altre erbe, spesso indesiderate (specie tappabuchi). La maggior parte delle graminacee foraggere fiorisce solo durante la prima ricrescita primaverile. La principale eccezione è costituita dal loglio italico, che sviluppa fusti e spighe anche durante la seconda ricrescita.
Quando e con quale frequenza conviene lasciar disseminare determinate graminacee?
- Prato a loglio italico: alla 2a ricrescita; 1 volta ogni 3-4 anni
- Graminacee cespitose: alla 1a ricrescita; 1 volta ogni 3-4 anni
- coda di volpe: alla 2a ricrescita (1° sfruttamento molto precoce); 1 volta ogni 3-4 anni
- Graminacee tappezzanti: alla 1a ricrescita; 1 volta ogni 8-10 anni (raramente necessario)
Come procedere?
- È importante agire preventivamente, consentendo la disseminazione quando sono ancora presenti molte graminacee cespitose.
- Eliminare l’eventuale infeltrimento, erpicando il prato prima della ricrescita destinata a disseminare.
- Prima di falciare, attendere la maturazione dei semi (stadio 7).
- Praticare la fienagione al suolo.
- Lavorare il foraggio intensivamente, onde far cadere al suolo più semi possibile.
- Evitare di concimare la ricrescita successiva, ma falciarla precocemente.
Introdurre il pascolo tra gli sfalci (pascolo primaverile precoce/sfruttamento polivalente)
Laddove si falcia senza mai pascolare, si selezionano le graminacee cespitose e, di conseguenza, la cotica erbosa tende a diventare lacunosa. Come visto più volte, questi spazi vengono prontamente colonizzati da leguminose e altre erbe, spesso indesiderate (specie tappabuchi).
Come procedere?
- Pascolare precocemente in primavera. Questa misura favorisce l’insediamento di graminacee tappezzanti (cotica più fitta) e contrasta numerose altre erbe grossolane e poco gradite, sensibili a calpestio e al brucare degli animali.
- Introdurre lo sfruttamento polivalente (alternanza tra sfalci e pascoli) dà risultati ancora migliori.
Questo modo di procedere si può impiegare, come in questo caso, a titolo preventivo oppure anche come metodo di lotta diretta in caso la cotica erbosa sia già infestata.
Falciare ogni tanto le superfici abitualmente pascolate (sfruttamento polivalente)
Il solo pascolo favorisce l’apparizione di zone sovra-e sottopascolate. Le prime sono caratterizzate dalla predominanza di graminacee che causano infeltrimento, mentre sulle seconde si sviluppano le tipiche malerbe indicatrici di sottosfruttamento. Nei casi più gravi, le zone sottosfruttate possono anche subire il ritorno del bosco.
Come procedere?
- Laddove possibile, falciare il pascolo almeno una volta all’anno. Ciò limita diffusione e disseminazione delle specie rifiutate dal bestiame, favorendo, nel contempo, le buone graminacee foraggere a scapito di quelle responsabili d’infeltrimento.
- Mantenere un’adeguata pressione di pascolo (Capitolo Pascolo), per fare in modo che gli animali bruchino l’erba con regolarità (pascolo a cotico basso o pascolo a rotazione intensivo: periodi di occupazione brevi e carichi istantanei elevati).
- Introdurre lo sfruttamento polivalente (alternanza tra sfalci e pascoli) dà risultati ancora migliori.
- Laddove non si può falciare, andrebbe almeno evitata la disseminazione delle malerbe (decespugliatore, …).
Evitare la disseminazione delle malerbe (sfalcio di pulizia)
Alcune specie di malerbe sono capaci di formare velocemente enormi quantità di semi vitali, in modo da propagarsi efficacemente non appena si liberino spazi nella cotica erbosa.
Come procedere?
- Se del caso, intensificare lo sfruttamento, in modo da non lasciarle disseminare.
- Su superfici gestite in modo poco intensivo ed estensivo, falciare ed eliminare sistematicamente le infiorescenze di romice comune e di altre malerbe problematiche.
- Malgrado si pascoli precocemente e con pressione elevata, in determinati settori del pascolo, possono rimanere graminacee indesiderate e altre malerbe rifiutate dal bestiame. In questi casi, conviene comunque eseguire uno sfalcio di pulizia.
Contrastare l’avanzata del bosco
La presenza di una certa percentuale di essenze legnose in pascoli poco intensivi ed estensivi ne fa aumentare il valore ecologico.
A seconda della situazione, è ragionevole tollerare dal 3 al 20% di queste specie, arrivando fino al 50% per gli arbusti di piccola taglia situati a quote elevate.
Solitamente, i cespugli che crescono lentamente (biancospino) non necessitano di alcun intervento di contenimento. Per contro, qualora non si agisca tempestivamente, le essenze a crescita rapida (rovo comune e ontano verde) possono colonizzare velocemente vaste superfici, determinando la perdita di superfici prative.
Come procedere?
- L’avanzata del bosco si contrasta intensificando il pascolo. Vale la pena intraprendere una tale operazione solo se poi le superfici saranno pascolate con regolarità. Pascolo a rotazione e conduzione degli animali da parte di un pastore sono consigliabili, per evitare il pascolo selettivo.
- Lo sfalcio occasionale delle essenze legnose, se non sostenuto da un aumento della pressione del pascolo, ne riduce la propagazione, ma non risolve il problema in modo duraturo.
- La soluzione ideale, organizzazione aziendale e condizioni stazionali permettendo, sarebbe quella di praticare lo sfalcio-pascolo.