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Veratro bianco

Veratrum album

In sintesi

  • Considerato una malerba problematica per via dell’elevato contenuto in alcaloidi molto velenosi, nonché per la sua concorrenzialità verso le buone foraggere.
  • Rifiutato dal bestiame al pascolo.
  • Trova il suo habitat ideale nei pascoli montani e alpini da poco intensivi a sottosfruttati.
  • La prevenzione passa per un’intensificazione razionale del pascolo, mentre la lotta diretta meccanica si basa su ripetuti interventi (sfalci precoci ed estirpazioni), decisamente onerosi.
  • Il diserbo chimico localizzato pianta per pianta è possibile ed efficace. Il suo utilizzo è regolamentato.

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In dettaglio

Morfologia e habitus

  • Raggiunge 30 – 60 cm d’altezza allo stadio vegetativo e fino a 150 cm una volta sviluppati fusto e infiorescenza. Fusto singolo, cilindrico e pubescente nella sua parte superiore. Fiori riuniti in un’infiorescenza terminale a mo’ di pannocchia, eretta e allungata.
  • Foglie basali e della parte inferiore del fusto ampie e lanceolate, lunghe fino a 20 cm, solcate da nervature longitudinali evidenti e con faccia inferiore pubescente.
  • Foglie caulinari alterne e inserite sul fusto a spirale (≠ dalla genziana maggiore), più piccole man mano che ci si avvicina all’infiorescenza.
  • Fiori bianco verdastri, sia internamente sia esternamente. Fiorisce tra luglio e la metà d’agosto. Vi sono annate con fioritura particolarmente abbondante, ma anche estati praticamente prive di fiori.
  • Apparato radicale caratterizzato da un corto rizoma (8 cm circa) fittonante, con radici tuberizzate e gemme bulbiformi.

Longevità e sviluppo

  • Perenne.
  • Nei primi 2 – 3 anni, il veratro rimane allo stadio vegetativo.

Esigenze pedoclimatiche e diffusione

  • Diffuso nei piani montano e alpino. Predilige suoli da freschi a umidi (assente laddove le condizioni stazionali sono siccitose).
  • Si sviluppa soprattutto nei pascoli sfruttati tardivamente, da poco sfruttati a sottosfruttati, dove può diventare addirittura dominante.
  • Saltuariamente presente anche in prati da sfalcio montani e nelle paludi.

Gestione e modifica della cotica erbosa

  • La prevenzione passa attraverso un’intensificazione razionale del pascolo.
  • La lotta diretta meccanica si basa su ripetuti interventi (sfalci precoci ed estirpazioni) ed è decisamente onerosa.
  • Su superfici meccanizzabili, conviene falciare o trinciare tutta la superficie 1-2 volte sull’arco di 2-3 anni, intervenendo su piante alte circa 30 cm. In questo modo, si evita la formazione dei semi e si rallenta la propagazione della pianta.
  • Su terreni impervi, accidentati e poco infestati, conviene estirpare manualmente le singole piante, rizomi compresi.
  • Il diserbo chimico localizzato pianta per pianta è possibile ed efficace. Il suo utilizzo è regolamentato.
  • Per saperne di più
    ► Capitolo Malerbe, parassiti e malattie
    Scheda tecnica APF-AGRIDEA 6.4.2 Veratro bianco
    Scheda tecnica APF-AGRIDEA 6.1.1 Erbicidi raccomandati

Valore foraggero

  • Tossico e rifiutato dal bestiame al pascolo, perché contiene alcaloidi molto velenosi in tutte le sue parti, la cui concentrazione decresce solo nelle foglie più vecchie.
  • Se brucato dal bestiame, può causare gravi disturbi, finanché letali.
  • Concorrenzia fortemente le buone foraggere, pregiudicando così la resa del pascolo.

Valore ecologico

  • Le larve della farfalla notturna Epiale del luppolo (Hepialus humuli), generalmente sotterranee, si nutrono dell’apparato radicale di veratro bianco.

Particolarità

  • Proprietà medicinali: in passato, si utilizzava il decotto delle radici per combattere le pulci degli animali domestici e gli scarafaggi nelle abitazioni.

Informazioni aggiuntive

Scheda tecnica APF-AGRIDEA 6.4.2 Veratro bianco

Gestione alpestre: PaturaALPINA.

Scheda informativa riferita a due sottospecie: V. lobelianum e V. album.

 

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