Particolarità della gestione di alcuni tipi di miscele
Miscele della serie 200 a base di loglio italico e trifoglio violetto
Sono miscele biennali pensate per essere gestite intensivamente. Si adattano bene all’insilamento e al foraggiamento fresco in stalla.
Sfruttamento.
- Fino a sei sfalci all’anno. In pianura, il primo sfalcio si esegue a partire da metà aprile, allo stadio di inizio spigatura del loglio italico.
- Non si devono pascolare.
- Qualora s’intenda far superare due inverni alle Mst 230 e 240, si raccomanda di aumentare leggermente l’altezza di sfalcio da terra a 7-9 cm. In questo modo, si favorisce il vigore delle piante e la persistenza della miscela.
Concimazione.
- L’azoto va distribuito regolarmente e in forma prontamente disponibile durante l’intera stagione per favorire la piena potenzialità quali-quantitativa di queste miscele (30 kg/ha d'azoto per ogni sfalcio, da distribuire sotto forma di liquami e/o concimi minerali).
Aspetti ulteriori.
- La cotica erbosa delle miscele 200 è piuttosto rada e poco portante. Di conseguenza, risulta sensibile al transito di macchine agricole in condizioni d’umidità.
- Il loglio italico e quello ibrido spigano ad ogni ricrescita. Perciò, anche gli sfalci estivi vanno eseguiti precocemente, pena la rapida riduzione della qualità foraggera.
- Per la stessa ragione, entrambi i logli possono disseminare con regolarità ogni 6-8 settimane. Questa caratteristica, utile per trasformare la miscela in un prato permanente, può rappresentare un problema per le future colture della rotazione, che devono confrontarsi con due malerbe difficili da combattere.
- Le miscele 200 e 210 si possono valorizzare anche come colture intercalari svernanti.
Per saperne di più ► Scheda tecnica APF-AGRIDEA 9.2.2 Miscele standard biennali
Miscele «M» a base di graminacee e trifoglio violetto di lunga durata
Sono miscele triennali pensate per una gestione mediamente intensiva.
Sfruttamento.
- Richiedono 4 sfalci all’anno e non vanno pascolate.
- Il momento ottimale per lo sfalcio si verifica quando un quarto dei bottoni fiorali del trifoglio violetto vira al rosa (stadio di bottoni fiorali).
- Gli sfalci vanno eseguiti ad un’altezza di 7-9 cm da terra, in modo da favorire al massimo la persistenza e produttività della leguminosa.
Concimazione.
- Se la quota di trifoglio violetto si mantiene abbondante (> 40%), queste miscele producono molto foraggio di buona qualità senza praticamente bisogno d’azoto (è sufficiente distribuire 30 kg/ha di azoto all’emergenza, per favorire l’installazione del prato).
- Per stimolare le graminacee, con conseguente miglioramento della conservabilità del foraggio (riduzione delle perdite meccaniche durante l’essiccazione), è possibile effettuare una concimazione con azoto minerale ad ogni risveglio vegetativo (se la piovosità rimane limitata, questa misura non sortisce alcun effetto significativo e il trifoglio diventa dominante).
- Se la quota di trifoglio violetto diminuisce eccessivamente (< 40%), queste miscele vanno concimate come se fossero miscele a base di graminacee e trifoglio bianco, utilizzando liquami o concimi minerali contenenti azoto prontamente disponibile.
Aspetti ulteriori.
- Nelle zone soggette a siccità periodiche, si consiglia di seminare una parte dei prati temporanei con queste miscele.
Miscele «L» a base di graminacee e erba medica
Sono miscele triennali pensate per una gestione mediamente intensiva.
Sfruttamento.
- Richiedono 3 – 4 sfalci all’anno e non vanno pascolate (la miscela 325 si può falciare 5 volte e pascolare in modo leggero, ma solo quando il suoloè asciutto).
- Gli sfalci vanno eseguiti ad un’altezza di 7–9 cm da terra, in modo da favorire al massimo la ricrescita e la persistenza della miscela.
- Sfalci troppo frequenti e troppo vicini al suolo causano la sparizione dell’erba medica già entro il secondo anno di sfruttamento principale. Frequenza e altezza di sfalcio condizionano in misura maggiore la quota di erba medica nella cotica erbosa di quanto faccia la concimazione.
- Il primo sfalcio va eseguito non oltre lo stadio di bottoni fiorali dell’erba medica.
Concimazione.
- Se la quota di erba medica si mantiene abbondante (> 40%), queste miscele producono molto foraggio di buona qualità senza praticamente bisogno d’azoto (è sufficiente distribuire 30 kg/ha di azoto all’emergenza, per favorire l’installazione del prato).
- Per stimolare le graminacee, con conseguente miglioramento della conservabilità del foraggio (riduzione delle perdite meccaniche durante l’essiccazione), è possibile effettuare una concimazione con azoto minerale ad ogni risveglio vegetativo (se la piovosità rimane limitata, questa misura non sortisce alcun effetto significativo e la medica diventa dominante).
- Se la quota di erba medica diminuisce eccessivamente (< 40%), queste miscele vanno concimate come se fossero miscele a base di graminacee e trifoglio bianco, utilizzando liquami o concimi minerali contenenti azoto prontamente disponibile.
- Di regola, non bisogna liquamare, soprattutto se la miscela si trova nel primo anno di vita e il liquame non è ben diluito.
- Se si eliminano del tutto i concimi azotati, la percentuale di erba medica della cotica erbosa cresce significativamente.
Aspetti ulteriori.
- Nelle zone soggette a siccità, si consiglia di seminare una parte dei prati temporanei con queste miscele. In presenza di lunghi periodi senza pioggia, l’erba medica può superare anche l’80–90% della cotica erbosa.
- L’erba medica è molto sensibile ai danni da calpestio, quindi non bisogna percorrere il prato con trattori e macchine per la fienagione in condizioni di umidità.
- Le miscele a base di erba medica devono passare l’inverno con un’altezza di 10–12 cm.
- Si raccomanda di inoculare la semente se il pH del suolo è minore di 6,5 e/o se sulla parcella non si è coltivata erba medica negli ultimi cinque anni.
Miscele «G» e «G*» a base di graminacee e trifoglio bianco
Sono miscele sia triennali («G») sia di lunga durata («G*»), pensate per essere prevalentemente gestite in modo intensivo, anche se alcune si prestano alla gestione mediamente intensiva. Ne esistono diverse tipologie, a seconda delle graminacee presenti nella ricetta.
Sfruttamento.
- Vanno sfruttate intensivamente: 4–5 sfruttamenti all’anno in pianura (in condizioni ideali trova spazio anche 1 sfruttamento supplementare) e 1–2 in meno man mano che aumenta l’altitudine. Sono adatte sia allo sfalcio sia al pascolo.
- Il primo sfalcio va eseguito quando la graminacea più diffusa è allo stadio di inizio spigatura (stadio 3). Ritardando il primo sfalcio e riducendo il numero di sfruttamenti annuali, il trifoglio bianco e la qualità del foraggio diminuiscono. Per saperne di più ► Capitolo Sfruttamento e qualità del foraggio prativo.
- Il pascolo primaverile agisce positivamente, perché favorisce la formazione di una cotica fitta e resistente al calpestio, grazie all’accestimento di loglio inglese e poa dei prati. In una tale cotica, le malerbe (poa comune, ranuncolo acre) non riescono ad affermarsi, mentre il trifoglio bianco tende ad aumentare, specialmente in caso di leggera sottoconcimazione.
- Il pascolo intensivo conviene anche alla poa dei prati (presente nelle miscele di lunga durata), che sostiene il prato anche dove il clima diventa un po’ troppo freddo per il loglio inglese. Essa favorisce la transizione verso il prato o il pascolo permanente quando il loglio inglese inizia a perdere vitalità.
Concimazione.
- Se si vuole che rendano al meglio e mantengano una composizione botanica ideale (60-70 % di buone graminacee e 20-30% di trifoglio bianco), bisogna concimarle in modo intensivo, con liquami e/o concimi minerali contenenti azoto prontamente disponibile (30 kg/ha di N per ogni sfalcio e 20 kg/ha di N per ogni pascolo).
Composizione botanica.
- Le diverse combinazioni tra intensità e tipo di sfruttamento e concimazione influenzano in modo significativo la composizione botanica delle miscele «G» e «G*», consentendo, entro certi limiti, di regolarne la percentuale di graminacee e trifoglio bianco a proprio vantaggio. Per saperne di più ► Grafico seguente
- La casistica è molto ampia. Si va da cotiche erbose costituite praticamente da sole graminacee a superfici prative dominate dal trifoglio bianco, passando attraverso le combinazioni più svariate.