Prato a erba mazzolina
Il prato a erba mazzolina fa parte delle superfici prative gestite in modo medio intensivo.
Questo tipo di prato deve la sua origine all’intensificazione dello sfruttamento e della concimazione dei prati da fieno tradizionali a erba altissima e ad avena bionda. Si trovano solo in zone situate a quote medio-elevate, poco o per nulla favorevoli allo sviluppo dei logli e che non si possono né intensificare ulteriormente né lo sono state in passato.
Il prato a erba mazzolina è un prato da sfalcio, che va sfruttato abbastanza precocemente e richiede una concimazione di media entità. In presenza di una cotica erbosa equilibrata, assicura la produzione di buone quantità di foraggio con contenuti nutritivi elevati. La specie dominante è l’erba mazzolina, accompagnata da specie di altre erbe. Mancano, però, le specie tappezzanti, quali la poa dei prati. Di conseguenza, la cotica erbosa è tipicamente lacunosa e poco portante.
Ulteriori particolarità
Specie tipiche del prato a erba mazzolina
- Erba mazzolina - Dactylis glomerata
- Avena bionda - Trisetum flavescens
- Spondiglio comune - Heracleum sphondylium
- Dente di leone - Taraxacum officinale
- Trifoglio bianco - Trifolium repens
- Coda di volpe - Alopecurus pratensis
- Festuca dei prati - Festuca pratensis
- Cerfoglio comune - Anthriscus sylvestris
- Ranuncolo acre - Ranunculus acris
- Trifoglio violetto - Trifolium pratense
- Poa comune - Poa trivialis
Ulteriori specie indicatrici di quote più elevate e/o clima più rude
- Geranio silvano - Geranium sylvaticum
- Poligono bistorta - Polygonum bistorta
- Cerfoglio irsuto - Chaerophyllum hirsutum
- Romice alpino - Rumex alpinus
Esigenze pedoclimatiche e diffusione
- Zone poco o per nulla favorevoli allo sviluppo dei logli e che non sono state né intensificate né si possono intensificare ulteriormente.
Esigenze gestionali
La gestione die questo tipo di prato è delicata e richiede abilità e prudenza. La composizione botanica del prato a erba mazzolina rimane statbile se si verificano le condizioni elencate qui di seguito.
- Principalmente sfalcio; pascolo saltuario e solo in presenza di condizioni favorevoli.
- Per le superfici prative con quote elevate di altre erbe, il pascolo primaverile precoce, se eseguito su suolo portante e in condizioni favorevoli alla crescita dell’erba, esercita un’azione positiva sulla composizione botanica.
- Non anticipare troppo il primo sfruttamento (a basse quote falciare a partire da inizio maggio).
- Eseguire uno sfruttamento in meno all’anno rispetto ai prati gestiti in modo intensivo e situati a quote confrontabili.
- Una volta ogni 2-3 anni, bisogna lasciare disseminare l’erba mazzolina (essiccazione al suolo durante il mese di giugno), per assicurarne la sopravvivenza.
- Concimazione di media entità, che non apporti troppo azoto facilmente disponibile (letame e liquami).
Rischi:
- La sovraconcimazione può trasformare, in poco tempo, una cotica erbosa equilibrata in un’associazione vegetale con poche specie aventi scarsa qualità foraggera e soggette a perdite meccaniche elevate durante la fienagione.
- Sfruttamenti troppo precoci e frequenti, così come i danni da calpestio (pascolo e/o transito con suolo umido e poco portante), favoriscono l’apparizione di lacune nella cotica erbosa, con conseguente diffusione di specie tappabuchi e/o di malerbe.
Foraggio
- Resa: 75 – 100 q SS/ha a basse quote; 40 – 80 q SS/ha a quote più elevate.
- Qualità: la prima ricrescita primaverile fornisce un foraggio di qualità media, mentre le ricrescite successive danno un foraggio di qualità da buona a molto buona.
Valore ecologico e particolarità
- Nel caso si estensifichi o si ripristini un prato a erba mazzolina per gestirlo con minore intensità, è possibile, sospendendo o riducendo le concimazioni, nonché ritardando il primo sfruttamento, rispettare le esigenze poste dall’ordinanza sui pagamenti diretti (OPD) in materia di superfici per la promozione della biodiversità (SPB).
- L’attuazione di una vera riconversione necessita, però, di molto tempo e spesso, senza attuare una risemina, non si ottengono i risultati auspicati dal lato botanico.