Riepilogo delle linee guida per la foraggicoltura svizzera
La produzione e la valorizzazione del foraggio prativo devono essere economicamente redditizie, adattarsi alle condizioni pedoclimatiche locali e salvaguardare l’ambiente. I prodotti animali, dal canto loro, devono soddisfare le esigenze dei consumatori.
L’intensità di gestione delle superfici prative va differenziata in funzione del potenziale produttivo locale, per ottenere cotiche erbose fitte, durature e di qualità soddisfacente, nonché per mantenere un paesaggio rurale variegato e un ambiente integro.
Le aziende di montagna devono basare la propria produzione animale sulla massima valorizzazione del proprio foraggio prativo, per ottimizzare sia l’aspetto economico sia quello ecologico della loro gestione.
Da un punto di vista foraggero, il potenziale produttivo del bestiame raggiunge il limite di sostenibilità quando la quantità di foraggio extra-aziendale ingerita è tale che i nutrienti che entrano nel «ciclo aziendale degli elementi nutritivi» superano quelli che ne escono.
Gestire un carico di bestiame conforme alle potenzialità produttive della superficie foraggera a disposizione consente di coprire i fabbisogni nutritivi di prati e pascoli, senza compromettere l’ambiente.
Il pascolo va promosso e praticato attivamente, perché economicamente interessante e positivo per gli animali.
La gestione razionale delle malerbe in foraggicoltura passa attraverso la prevenzione (sfruttamento, concimazione e cure colturali corrette).
Sostituire i prati permanenti con dei seminativi è rischioso, sia dal punto di vista agronomico sia da quello ecologico.
I danni causati da una gestione troppo intensiva di prati montani e pascoli alpestri sono difficilmente rimediabili.
La foraggicoltura contribuisce in modo determinante al mantenimento di un paesaggio rurale variegato e attrattivo. Il che costituisce un bel biglietto da visita per trasmettere alla popolazione un’immagine positiva dell’agricoltura e assicurare il successo dell’industria turistica.